Chiesa di San Sebastiano

La chiesa di San Sebastiano sorge su un tacco calcareo, ormai diventato un isolotto in seguito alla realizzazione della diga artificiale Is Borrocus, nata per sopperire alla carenza d'acqua della Marmilla e delle zone di Barigadu e Brabaxana.
Da oltre due secoli non è più luogo di culto: secondo la tradizione orale durante una festa di matrimonio ci fu una controversia che culminò con la caduta dalla rupe degli sposi e di un pretendente respinto.
L'edificazione della chiesa non è databile con certezza, ma i documenti ritrovati ci assicurano la sua esistenza e piena attività alla fine del 1500.
La tipologia della chiesetta è quella consueta delle chiese campestri della zona, la sua pianta è rettangolare con annesso un locale "sacrestia" e un loggiato aperto "cumbessia".
E' stata restaurata recentemente ricostruendo le murature crollate, consolidando quelle esistenti e realizzando la copertura.

Chiesa di San Saturnino

La chiesa parrocchiale, dedicata al patrono San Saturnino (martire sardo che si festeggia il 30 ottobre), è un rifacimento di precedenti costruzioni romanico-pisane del 1300. La sua forma attuale è ispirata allo stile gotico - aragonese risale al XVI secolo, ma successivamente ha subito numerose modifiche.
Ha una pianta rettangolare con un'unica navata e fino al 1842 ogni lato conteneva tre cappelle, nel 1953 fu aggiunta una cappella per lato dal Canonico Antonio Sanna, predecessore dell'attuale Canonico Salvatore Sanna.
Di grande pregio è l'altare maggiore, messo in opera nel 1780 per volontà del Rettore Antonio Puggioni. E' posto in posizione elevata rispetto al pavimento dellunica navata, racchiuso da un balaustra di marmo policromo è sormontato da un arco a tutto sesto datato 1619.
Il campanile risalirebbe al XVI secolo come potrebbe dedursi dalla data impressa nel campanone, ha planimetria quadrata e alla cella campanaria si accede tramite una scala a chiocciola in pietra calcare locale.
Anche la torre dell?orologio presenta la stessa planimetria del campanile, è stata costruita nei primi anni del 1800 e portata a termine intorno al 1830.
Nel corso degli anni '50 l'antica copertura in legno e coppi fu sostituita con un solaio in latero-cemento gettato in opera che ricoprì anche le cappelle laterali con un'unica falda. E così rimase fino al susseguirsi di interventi degli anni 80 e 90.
Nel 2003 si è concluso l'intervento di restauro che ha interessato la copertura della chiesa riportata all'aspetto originario.

Chiesa di San Mauro

L'edificio di proprietà del Comune si trova all'interno dell'abitato di Isili ad est del paese in una zona poco distante dalla linea ferroviaria e dalle Scuole Elementari.
Dalle notizie tratte dall'archivio Comunale pare che la chiesa sia stata utilizzata fino al 1830, anno in cui vi si celebravano ancora le feste di San Mauro, S. Isidoro e S. Antioco.
Per diversi decenni si è lasciata in stato di abbandono e nel 1995 è stata sottoposta ad un intervento di demolizione che ha distrutto parte delle antiche mura.
Nel 2001 in occasione di un intervento di restauro sono stati effettuati alcuni saggi di scavo che hanno evidenziato la presenza di numerose tombe nel pavimento della chiesa.
Sono state scavate interamente solo due tombe, ma la mancanza di corredo o di materiali ceramici impediscono la datazione sia delle sepolture che della chiesa stessa.

Chiesa di Sant'Antonio

In pieno centro storico di Isili si trova il Teatro Sant'Antonio.
Si tratta di un'antica struttura di notevoli dimensioni, edificata intorno al XVII secolo per farne una chiesa.
L'opera non fu mai completata e in particolare non ebbe mai una copertura. Già a metà del 1800 si pensò di cambiarne la destinazione in Palazzo della provincia, ma difficoltà economiche e passaggi di proprietà non consentirono la realizzazione di alcun progetto di riutilizzo.
L'edificio realizzato in arenaria, presenta una pianta basilicale: nella facciata si aprono tre ingressi, quello principale è decorato superiormente da un motivo a mensola sostenuto da due elementi architettonici semicircolari; anche gli altri due ingressi laterali secondari risultano decorati dallo stesso motivo.
L'unica navata centrale si articola lateralmente in quattro cappelle semiellittiche per parte, delle quali quelle attigue all'ingresso principale sono di dimensioni più piccole; lungo le pareti delle cappelle prossimali al portone, si aprono gli ingressi di due strette scale che danno accesso alla parte alta delle torri campanarie incompiute, una delle quali a chiocciola.
Le cappelle sono collegate tra loro da aperture rettangolari con una lieve centinatura nella parte superiore.
Soltanto dal 1990 l'edificio è stato acquistato dal Comune e sottoposto una serie di interventi che hanno interessato: la facciata principale che è stata consolidata e ripristinata con un rifacimento quasi totale del paramento esterno in pietra arenaria e il consolidamento e risanamento dell'interno.
L'intervento successivo ha riguardato la copertura autoportante (del tutto autonoma rispetto alla struttura muraria) in ferro tondo, pannelli a due strati di rame con materiale isolante all'interno. Sono stati completati gli intonaci interni e realizzati quelli esterni, si è provveduto al risanamento delle colonne in arenaria ed è stata realizzata la pavimentazione, anche questa in arenaria, sono stati costruiti ex novo dei servizi igienici esterni, realizzata la predisposizione dell'impiantistica e l'impianto di illuminazione e infine i portali di ingresso. Si è quindi dotata la struttura di un impianto di amplificazione sonora. Tale intervento ha trasformato l'edificio in uno spazio polifunzionale da usarsi prevalentemente come teatro, ma anche come sala mostre, sala da proiezione, concerti vocali e strumentali, convegni, mostre, feste e sfilate.
Da quando è stata completata la copertura, dopo il secondo intervento di restauro (1999 -2002), il suo utilizzo è ancora più frequente.

Chiesa Sant'Antonio di Fadali

Risalente al 1500, la Chiesa dedicata a Sant'Antonio da Padova è situata nelle campagne isilesi nella località di Fadali a circa 8 km dal centro abitato in direzione nord est.
Fino al 1886 la chiesa era officiata dal parroco di Villanovatulo. La soppressione dei beni ecclesiastici e la formazione di nuovi catasti fecero in modo che sia l?edificio sia i terreni circostanti passassero a Isili e fossero venduti agli antenati degli attuali proprietari.
I recenti lavori di restauro, dopo un degrado pressochè totale dovuto fra le altre cause anche a un incendio appiccato nel 1893, hanno riportato la Chiesa in perfette condizioni e hanno consentito la sua riconsegna al culto il 13 giugno 1999.
In occasione dei festeggiamenti in onore del Santo si organizza ogni anno una passeggiata ecologica e un pranzo con menù tipico.

Chiesa di San Giuseppe Calasanzio e il Convento degli Scolopi

La Chiesa di San Giuseppe e il collegio degli Scolopi originariamente dedicati a Sant'Efisio, furono costruiti tra il XVII e il XVIII secolo.
La scarsità dei materiali utilizzati, l'insufficiente profondità delle fondamenta e l'umidità dovuta alla falda sottostante hanno reso necessari numerosi interventi di manutenzione e restauro, che talvolta furono approssimativi e perfino dannosi. Alcuni furono di carattere strutturale indispensabili per impedire il crollo della parte anteriore della chiesa come la costruzione di contrafforti sulla facciata trasformati in brevi porticati avanzati, detti "loggette", nei primi anni del ?900. Per la stessa ragione furono costruiti muri di tamponamento in ognuna delle prime cappelle di destra e sinistra.
L'8 dicembre 1866 segna la fine della presenza dei Padri Scolopi a Isili: il convento e quindi le scuole vennero chiuse, il demanio dello Stato entrò in possesso di tutti i beni mobili ed immobili, censi e pensioni appartenenti agli Scolopi.
Dopo una lunga vertenza con lo Stato il Comune ottenne il possesso dello stabile del Convento e vi stabilì i propri uffici con la sala consiliare che vi si trova tuttora.
Parte del piano terra fu carcere mandamentale fino agli anni '60, successivamente venne utilizzata come biblioteca (fino al 2001); dal 2000 gran parte del convento ospita il Museo per l'Arte del Rame e del Tessuto.
La Chiesa continuò invece ad essere officiata dal clero secolare e nel 1884 fu restaurata con la spesa di L.1500 raccolte dal popolo.
Dello stesso anno sono l'altare maggiore in marmo e le balaustre.
Risalgono agli anni '60 e '70 del XX secolo i lavori che diedero alla chiesa il colore bianco e l'aspetto che aveva fino allinizio del restauro attuale e sostituirono il pavimento lastricato a "tellas" con uno moderno.
La chiesa era ormai chiusa da diversi anni quando nel 1987 la Regione concesse nuovi finanziamenti per il restauro.
I lavori iniziati nel 1992 col consolidamento esterno, dal cupolino alla base dell'edificio, terminarono nel 1996 con la sistemazione finale interna ed esterna, la nuova pavimentazione, l'acquisto di parte degli arredi e il restauro degli altari lignei settecenteschi.