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L'idea iniziale del Museo nasce nei primi anni '80 in un clima culturale di grande attenzione verso la "cultura popolare e subalterna" ed è quella di documentare una realtà, quella dei ramai e dei rivenditori, che ha in quel momento tutte le caratteristiche per dare vita ad una istituzione valida e interessante.
Creare una collezione non sembrava difficile da realizzare benchè il Comune Ente promotore dell'iniziativa non possedesse ancora alcun oggetto nè da esporre nè da studiare.
L'idea è interessante perchè il suo oggetto, l'Arte del Rame, non è presente da nessuna altra parte in Sardegna e per quanto se ne sa in quel momento neanche nel resto d'Italia; si differenzia quindi dalle molte iniziative che stanno sorgendo, spesso intorno agli stessi temi, un pò ovunque.
Si arriva alla prima occasione di discussione pubblica dell'idea del Museo, il 16 febbraio 1985. In quella data, promossa dal Comune, si svolge una giornata di studi che rappresenteranno una importante fonte di informazione e di indirizzi non solo per la vita del Museo di Isili ma anche per chi in qualsiasi modo si avvicina all'argomento; alcuni di questi studi continueranno e diventeranno relazioni per la fase di allestimento.
Alcuni mesi dopo viene nominato dall'Amministrazione Comunale un Comitato scientifico composto da professori universitari ed esperti locali, confermando in gran parte gli stessi studiosi della giornata di studi con il compito di dare indicazioni sui futuri sviluppi del Museo.
Nei quattro anni successivi i lavori continuano prevalentemente sul fronte del restauro dei locali, (affidato all'Architetto Tatiana Kirova) e della realizzazione di impianti, espositori e vetrine; inserendo nel Museo elementi di novità che nelle sue intenzioni volevano essere propositivi anche per i ramai di Isili: porte in rame, battiscopa in rame, lampadari e teche con elementi in rame.
Intorno agli anni '90 si procede all'acquisto dei primi oggetti e si provvede ad una prima schedatura degli stessi. Si acquistano oggetti antichi e strumenti di lavoro recuperandoli dalle famiglie e dagli artigiani che si rendono disponibili, si ottengono alcune donazioni, si commissiona anche un campionario della produzione corrente da un ramaio in attività.
Il compito di acquistare gli oggetti viene affidato a Sandro Ghiani, dipendente comunale all'epoca Bibliotecario, oggi Direttore del Museo; che aveva curato l'organizzazione del Convegno e la successiva pubblicazione degli atti.
Per un certo periodo si ipotizza l'acquisto di una casa contadina, interessante esempio di architettura popolare, nella quale ricostruire in modo più ampio la bottega artigiana in tutto il suo contesto che è sempre quello del mondo agro-pastorale della zona centro meridionale dell'isola.
Nel frattempo viene portato avanti l'allestimento, ma nel 1995 si prende atto del profondo cambiamento di situazione intervenuto. L'ipotesi di itinerario esterno per i visitatori si indebolisce perchè quasi tutte le botteghe sono nel frattempo scomparse, l'idea dell'acquisto della casa contadina viene abbandonata, si modifica ancora una volta il progetto e si realizza una bottega all'interno del giardino del Museo.
Si arriva così alla fine degli anni '90 quando nasce una nuova iniziativa: il Museo per l'Arte del Tessuto che si differenzia totalmente dalla prima.
Viene incaricato un artista, Piero Zedde, per progettare degli arazzi che riescano a valorizzare la tradizione attraverso l'innovazione evidenziando nuove forme di artigianato artistico.
Il 26 agosto 2000 vengono inaugurate le due sezioni con il nome di Museo per l'Arte del Rame e del Tessuto che pochi anni dopo verranno arricchite con la realizzazione della sonorizzazione del Museo.
Si tratta di una installazione sonora permanente tesa a creare la percezione acustica di un viaggio sonoro. In ogni ambiente delle due sezioni del Museo suoni e musiche cambiano, emessi da fonti sonore autonome studiate per essere percepite talvolta singolarmente, talvolta in accostamento o in sovrapposizione.
Lo scopo è quello di suscitare suggestioni mentali, di immergersi nella realtà di tempi antichi, sconosciuti ai più, assaporandoli; ma è anche quello di risvegliare ricordi e comunicare informazioni tipiche dell'universo sonoro del mondo dell'artigianato del rame e del tessuto per ricordare i suoni che, in passato, riempivano il paese avvolgendolo e coinvolgendo tutti.
La realizzazione ha comportato una fase di ricerca sul campo condotta dal musicista Enzo Favata che ha realizzato il progetto, anche attraverso lo studio e l'utilizzo dei documenti sonori posseduti dall'archivio del Museo e della Biblioteca comunale.